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COMPITI E DSA: COME AIUTARLI A CASA?

Riconoscere che il proprio figlio possa avere delle difficoltà è il primo passo per aiutarlo.

La diagnosi di dislessia (disturbo specifico della lettura), disortografia (disturbo specifico della scrittura) e disgrafia (disturbo specifico della grafia) può essere fatta solo al termine della seconda elementare, mentre quella di discalculia (disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo) alla fine della terza elementare. Questo per garantire un adeguato periodo di esposizione agli apprendimenti scolastici.

Una volta che la difficoltà è stata individuata ed ha un nome, molti genitori si chiedono come poter aiutare il proprio figlio a diventare sempre autonomo nello studio a casa.

Come genitori ci si sente responsabili del percorso scolastico del proprio figlio ma, nonostante le buone intenzioni, a volte si rischia di causare conflitti e tensioni, va tenuto presente, inoltre, che le difficoltà riscontrate da questi ragazzi nello studio non sempre sono facilmente risolvibili e talvolta è necessario l’aiuto di professionisti (operatori di un doposcuola specializzato in DSA).

Per affrontare lo studio a casa, è importante tenere a mente qualche piccolo suggerimento. Ovviamente non tutte le strategie possono valere per tutti: sarà proprio il ragazzo, messo di fronte a vari stimoli, a capire quale strategia gli permette di compensare meglio le difficoltà.

non avere fretta: lasciamoli lavorare con i loro ritmi, il bambino o ragazzo con DSA si stanca facilmente e può essere utile frazionare lo studio e prevedere delle pause di almeno 10 minuti. Se si dimenticano delle cose già studiate, riguardiamole insieme con calma.

stabilire una routine per l’esecuzione dei compiti: il ragazzo con DSA ha bisogno di essere organizzato. Sarebbe utile appendere nel luogo dedicato allo studio un cartellone con indicati, giorno per giorno, i momenti riservati allo studio e quelli al riposo o ad attività extrascolastiche.

privilegiare la qualità alla quantità: incoraggiate vostro figlio a produrre compiti di buona qualità piuttosto che terminare tutto male e in fretta. Leggetegli la consegna, assicuratevi che abbia compreso la richiesta e, se necessario, eseguite con lui i primi esercizi.

uso della tecnologia: il computer consente di scrivere utilizzando il correttore ortografico, in modo che il ragazzo possa concentrarsi più sul contenuto dello scritto che sull’ortografia. In più, oggi esistono in commercio vari software di sintesi vocale per la lettura dei libri scolastici in formato digitale.

non insistere su metodi di studio standard: leggere e ripetere la lezione è un metodo di studio poco efficace per che ragazzi con difficoltà specifiche. Molto più utile è costruire una mappa concettuale, uno schema in cui inserire parole chiave e immagini che rimandino in modo immediato al concetto.

non fare i compiti al loro posto: studiare sui riassunti preparati dalla mamma è dannoso, si rischia di trasmettere il messaggio “da solo non ce la fai”, intaccando l’autostima del ragazzo.

Non siamo gli insegnanti dei nostri figli, sosteniamoli, cercando insieme la strategia migliore per superare la difficoltà quando noi non ci siamo.

Logopedista Dott.ssa Martina Fabbri